Gesù è un ospite
che bussa alla nostra porta e vuole entrare per farci un regalo: se stesso.
Ecco, allora, il simbolo di questo tempo: una PORTA, la nostra, quella del
nostro cuore… quella di un’umanità magari ferita, sconsolata, sola, assalita da
dubbi ed incertezze, presa dal “male di vivere”, attanagliata nella morsa dei
problemi del nostro tempo come della nostra intimità. A quest’umanità, Gesù
vuole ricordare che la vita è una festa, ed il regalo è Lui. Qualcuno di
importante sta arrivando per dare sapore al nostro vivere; ci chiede di
affrettarci, di correrGli incontro, di condividere la felicità con i nostri
fratelli. Ci chiede di aprirGli la porta. Ecco perché di questo elemento,
fisico, essenziale, quotidiano, con cui sempre siamo in contatto, di quello che
a volte è visto come un limite, una barriera, noi, in questo Avvento, vogliamo
fare un simbolo di apertura, il segno tra un’esistenza fluttuante
nell’incomprensione, ed una vita vera vissuta nella certezza che ci viene dal nostro
Ospite. E allora la nostra porta non sarà quella della durezza del cuore di
Erode, ma quella di Giuseppe, quella dei Pastori, quella di Elisabetta, quella
di Maria, quella di chi si affida, e non ha paura di mostrarsi per come è,
piccolo, infimo, ma prezioso agli occhi di Dio! Prepariamoci allora, viviamo
l’Avvento INSIEME, nella comunione di MERAVIGLIA E STUPORE. Ogni
Domenica, saremo invitati, ciascuno a sua discrezione, a prendere una chiave di
carta da cesti appositi, dove sarà scritto un proposito, un’intenzione, un
impegno da offrire al Signore che viene.